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Arazzo “Bisce D’Acqua”

Lavorazione: Telaio meccanizzato
Misura: 1,68 X 0,65
Ordito: cotone
Provenienza: Italia

Con filati in lurex.

Arazzo foderato realizzato a telaio in cotone/viscosa con tasca passabarra.

 

366,40

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LE OPERE PIU’ FAMOSE E AMATE ISPIRANO UN COMPLEMENTO SENZA TEMPO.

Arazzo ispirato da “Bisce D’Acqua” di Gustav Klimt.

L’arazzo “Bisce D’Acqua” è in tessuto jacquard con filati di cotone, viscosa e trame in lurex.

Non c’è nulla di stampato, tutto è creato interamente da intrecci di filati.

Il Dipinto:

Gustav Klimt “Bisce d’acqua”

Questo dipinto si presenta come una raffinata miniatura eseguita su pergamena ricorrendo ad una tecnica mista, che si avvale dell’utilizzo di acquerello, tempera, foglia d’oro e d’argento. Bisce d’acqua è l’opera tra le più preziose di Klimt, che riprende uno dei temi più cari al movimento Jugendstil quello delle “ondine”. A primo impatto siamo colpiti dal raffinato cromatismo e dal senso morbido del fluire, che dà movimento non solo alle figure bensì al tutto, che appare così armoniosamente legato in se stesso. Tutto vive dello stesso respiro, tanto che la saturazione che realizza Klimt nell’opera non ci stringe come farebbe un “horror vacui” qualsiasi. L’artista riempie tutto, gli elementi si intrecciano e si sovrappongono, tanto che solo in un secondo momento riusciamo a distinguere le due figure così indissolubilmente unite, perse in uno stesso sogno tra i flutti di una cascata di capelli oro. La fitta decorazione, con cui Klimt ricostruisce l’ ambiente acquatico, ricorda un tessuto cellulare visto al microscopio e poi rielaborato da un talentuoso gioielliere. Infatti il grande anatomista Emil Zuckerkandl tenne lezioni al gruppo di artisti e intellettuali che frequentava il suo salotto (August Rodin, Otto Wagner, Herman Bahr, Gustav Mahler, Arthur Schnitzler) circa le forme artistiche spontanee che assumevano sezioni dell’epidermide o la materia cerebrale. Klimt rispondendo ai nuovi tempi riesce con il dato decorativo a costruire tutto un mondo di percezioni, come quel moto ondoso che subito percepiamo pur non vedendo onde così come il nostro occhio è avvezzo a vederle, come la potenza del legame umano sigillato da quell’abbraccio che sembra fondere le ondine, come quel senso di armonia con l’ambiente circostante che annulla le distanze per ricordarci infine con quella che sembra una pelle di biscia che tutto è soggetto all’eterno divenire. Klimt come un incantatore di serpenti ci ammalia per farci sprofondare nei profondi abissi di quella che potrebbe apparire a prima vista solo una sofisticata immagine bidimensionale.

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